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ERCOLE CANTELMO
La vita di questo grande giovane si sà poco , sembra che sia nato nel 1487 a Ferrara da papà Duca di Sora Sigismondo Cantelmo e mamma Margherita Maloselli, si parla che era un uomo molto inteliggente alto due metri e aveva solo ventidue(22) anni quando fu decapitato nella battaglia di POLISENA
LA BATTAGLIA DI POLISENA
Il 22 dicembre 1509 il Duca di Sora Sigismondo Cantelmo guidò l'armata Ferrarese con i gradi di Generale insieme al figlio Ercole, Generale delle truppe Ferraresi ed insieme al Cardinale Ippolito contro l'esercito Veneziano guidato dal comandante Trevisan
Fu una battaglia sanguinosa e con diverse perdite ,sopratutto per i Veneziani dove persero migliaia di persone.
Per i Veneziani fu un vera e propria disfatta, per i Veneziani rimasero solo tre galee ,i cannoni Ferraresi distrussero ogni cosa che incontravano ma in quel momento tra spari e uccisioni il cavallo di Ercole
non si riesce più a tranquillizzarlo e così dopo un pò si blocca in una palute in territorio Veneziano ,ed Ercole tenta ogni modo di farlo uscire , a quel punto arrivano i Veneziani e catturano Ercole e lo portano su una galea e lo giustiziano attraverso la decapitazione davanti al padre il Duca di Sora Sigismondo Cantelmo Il duca Alfonso I commosso dal grande dolore che il padre il duca di Sora
Sigismondo Cantelmo provava e per il segno di stima e di affetto , riscattò il corpo del valoroso giovane Ercole facendo ricucire la testa al corpo e volle che fosse imbalsamato e che gli fosse fatto un grande funerale senza badare a spese, così avvenne e la sepoltura provvisoria fu nella Chiesa di San Francesco a Ferrara
Il poeta Ludovico Ariosto che ha vissuto in quel periodo amico del Duca Ercole Cantelmo lo volle ricordare nel
suo poema al Canto 36 di Orlando Furioso
Salvossi il Ferruffin, restò il Cantelmo.
Che cor, duca di Sora, che consiglio
fu allora il tuo, che trar vedesti l’elmo
fra mille spade al generoso figlio,
e menar preso a nave, e sopra un schelmo
troncargli il capo? Ben mi maraviglio
che darti morte lo spettacol solo
non poté, quanto il ferro a tuo figliuol
Gli uomini si dovrebbero vergognare
Il corpo era imbalsamato del giovane Ercole, posto nella chiesa di San Francesco in attesa di una sistemazione .sistemazione che durò 40 anni , il momento propizio per le famose e solenni esequie era arrivato, ma purtroppo ci fù un violento terremoto era l'anno 16 e 17 novembre 1570 che distrusse tutto ogni cosa, ogni chiesa e i dintorni.
Così i Ferraresi ebbero altro da pensare, tra i morti e le distruzioni si scordarono definitamente del Grande Ercole Cantelmo.
Passarono oltre 100 anni ed un bel giorno i frati decisero di restaurare la Chiesa , durante i lavori trovarono una cassa lunga due metri , aprendola videro che dentro c'era un condottiero mummificato e ben conservato e non riuscivano a capire chi poteva essere. Presero la mummia e la cominciarono a vestirlo e a trattarlo come un pupazzo , lo facevano sedere con loro a tavola e di notte facevano in modo fuori dalla Chiesa di terrorizzare i passanti .
Nel 1668 giunse a Ferrara un buon uomo molto religioso discendente della famiglia Cantelmo e si chiamava Don Jacopo Cantelmo e proveniva da Sora . Quando gli venne detto che nella Chiesa di San Francesco esisteva una mummia , Don Jacopo Cantelmo gli venne il vago sospetto che poteva essere il suo antenato , entrando dentro la sacrestia c'erano i fraticelli che stavano ridendo ad una commedia di teatro organizzata da loro e che il protagonista era il Grande Condottiero Generale dell'esercito Ferrarese Ercole Cantelmo figlio del Duca di Sora Sigismondo Cantelmo travestito da buffone. Don Jacopo Cantelmo persona molto religiosa , indignatissimo di quello che i Frati stavano facendo , fece una predica dicendo che non avevano rispetto dei morti, e che loro frati cristiani debbono portare rispetto per i defunti e obbligò a pregare per questo Grande Uomo chiamato Ercole Cantelmo e che celebrassero immediatamente la solennità religiosa e lo seppellisero presso la Chiesa di San Francesco di fronte all'altare di Sant'Antonio dove si trova oggi e riposa infine in pace sotto un marmo con le sue armi e l'iscrizione
" Hic jacet Hercules Cantelmus dux Sorae,
qui obiit anno Domini MDIX "
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